Una frase famosa di James Joyce cita “La vita è come un‘eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii”. Leggendo la citazione sembra facile e intuitivo interrompere la routine e uscire dall’abitudinaria “comfort zone”.
Spesso succede a tutti noi che, all’inizio di un nuovo anno, ci ripromettiamo di apportare cambiamenti e rivoluzioni nella nostra vita, di fare cose diverse o di smettere quello che non desideriamo più. L’energia propositiva va poi scemando col passare dei giorni fino a farci inghiottire nuovamente dalla routine quotidiana e, in poco tempo, siamo frustrati e delusi per non aver realizzato quanto ci eravamo prefissati.
Perché è così difficile uscire dalla nostra “comfort zone”?
Perché, nonostante i buoni propositi, siamo riluttanti nell’ effettuare esperienze diverse e restiamo sempre nel punto in cui siamo?
La psicologia definisce la “comfort zone”, una condizione mentale rassicurante nella quale ci muoviamo senza provare ansia e stress, ci sentiamo protetti e sereni e le routine comportamentali hanno il compito di minimizzare lo stress e i rischi dell’incertezza.
Uscire dalla “comfort zone” significa incominciare a crescere e andare incontro a miglioramenti.
Le ricerche di Yerkes e Dodson, nel 1908, effettuate sui topi, mostrarono che gli animali, stimolati fino ad un certo livello, miglioravano le loro performance (sperimentavano il cosiddetto eustress: stress positivo). Se, però, gli animali venivano sollecitati al di sopra di una certa soglia di attivazione, entravano in uno stato di distress (ossia di stress negativo) e la performance decresceva.
Questo esperimento semplice, ma illuminante, fece capire ai due studiosi che per poter ottenere buoni risultati era necessario rimanere in uno stato di cosiddetta “ansia ottimale”, cioè in un intervallo di stress produttivo in cui non si era né troppo stressati, né bloccati in situazioni di costante comfort.
Quindi, uno stress transitorio è la condizione, disagevole ma necessaria, per ottenere i benefici tanto desiderati.
Come fare, dunque, per stare in questa fase di “ansia ottimale” e riuscire ad esprimere le nostre potenzialità e aprirci al cambiamento?
Ci sono alcune facili regole che ci possono allenare a stare nella fase di ansia ottimale.
- Interrompere la routine quotidiana per sviluppare una mente più flessibile, partendo dalle piccole cose. Per esempio: cambiare il posto in cui facciamo colazione o un alimento che mangiamo ogni mattina, fare una passeggiata, cambiare la disposizione di qualche oggetto all’interno della casa, avere un diario su cui appuntare i nostri piccoli obiettivi quotidiani…
- Potenziare la curiosità. Essere curiosi significa portare motivazione e passione nella propria vita: leggere libri di crescita personale, seguire seminari o corsi con esercizi che aiutano a fortificare, a rilassare il corpo e la mente e a diventare più propositivi…
- Sviluppare una maggior consapevolezza di come si è, delle proprie capacità, di ciò che si vuole nella vita, attraverso un lavoro di crescita personale e/o di applicazione di tecniche psicocorporee che allenano le nostre potenzialità (tecniche di rilassamento, tecniche di visualizzazione, training autogeno, mindfulness…)
- Accettare gli sbagli effettuati, traendo da essi insegnamenti, e guardare al presente non facendosi condizionare da “ciò che è stato” perché solo vivendo con maggiore consapevolezza nel presente si getta l’ancora per modificare la nostra routine e il nostro futuro.
- Dare importanza al corpo e alla mente. Il detto “mens sana in corpore sano” non è un semplice proverbio, ma uno stile di vita, un modo di pensare e di essere. Avere cura e l’amore di sé stessi: imparare a nutrirsi in maniera consapevole, seguendo per esempio la filosofia della mindfulness eating, piuttosto che mangiare in modo indiscriminato o insistere in diete inadeguate e deprimenti; migliorare le prestazioni fisiche e/o sportive aiutandosi anche con tecniche ed esercizi di mental training.
- Fare movimento. Lo sport, in generale, ha effetti importantissimi sul benessere psicofisico (in primis: ansia e depressione). Le ricerche hanno ampiamente dimostrato che qualunque sport di forza o velocità (sprint o sollevamento pesi, nuoto), di resistenza (corsa, ciclismo, nordic walking,) di situazione (pallacanestro, pallavolo, calcio…) o di concentrazione (come tiro con l’arco, yoga, golf…) determina il rilascio di β- endorfine (antidolorifici naturali) e l’incremento del BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor) il cui decremento è correlato con stati depressivi e ansiosi. L’attività sportiva, inoltre, migliora il senso di autoefficacia, agevola la socializzazione, incrementa l’autostima… con conseguente minor difficoltà ad uscire dalla “comfort zone”.
- Curare il proprio corpo, non semplicemente come atto di vanità o di narcisismo, ma facendolo diventare un “laboratorio di consapevolezza”, può essere il primo step verso un percorso più completo di realizzazione del sé, di integrazione fra la dimensione fisica e psichica e di esplorazione dei propri vissuti emotivi.
Vorrei concludere questo breve articolo con una frase del celebre sportivo, Michael Jordan:
“Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa, ma non posso accettare di non tentare”.
Auguro a tutti coloro che hanno avuto la curiosità e la pazienza di leggere l’articolo fino in fondo, uscendo dalla propria “comfort zone”, di avviare presto il proprio viaggio verso qualche piccolo cambiamento e di incontrarci e conoscerci di persona in qualche mio seminario o evento esperienziale.
Con l’occasione vi invito all’evento che si svolgerà presso il centro benessere Tangerine Spa (Ambasciatori Place Hotel Fiuggi) la sera del 20 Gennaio 2018 dalle 20,00 alle 23,30. Vieni a vivere un’esperienza unica!
Per maggiori info potete visitare il sito http://www.ambasciatoriplacehotel.com/evento-30-dicembre-armonia-del-corpo-della-mente/ oppure chiamare la Tangerine Spa al numero 0775 514351
“Audaces fortuna iuvat!”
Vi Aspetto
Dott.ssa Stefania Cicchiello
LEGGI L’ARTICOLO SU: http://www.audiology-infos.it/notizie/1117-aggiornamento-sugli-acufeni-e-cost-tinnet-con-ricerca-e-campagna-di-crowdfunding